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Il vangelo raccontato da un asino patentato
ritrovo poetico di e con Antonio Catalano

per pubblico adulto

Dall’Annunciazione a Maria al “risveglio” di Gesù dopo la morte in croce, Antonio Catalano ripercorre il racconto evangelico rivisitandolo con gli occhi del meravigliato: la paternità di San Giuseppe, la nascita, l’infanzia e il battesimo di Gesù, le parabole, i miracoli, il discorso della montagna, gli incontri, l’ultima cena, Ponzio Pilato…. Una sequenza di spaccati di vita semplice, quotidiana, proposti con la spontaneità di un “asino” che, tra espressioni ingenue e sgrammaticate, dà voce ad una narrazione profondamente poetica. La storia della Salvezza è strettamente legata al rapporto dell’uomo con la terra: vivere con speranza l’attesa del frutto, vedendo il seme morire nella terra e poi rinascere… e soprattutto guardare al mondo con fragilità, tenerezza e con gli occhi pieni di meraviglia.

“Ad un certo punto arriva il silenzio e la natura fuori e dentro di noi si riprende lo spazio prima chiuso, facendosi aria. È in quel momento che mi sono avventurato nel “Vangelo raccontato da un asino patentato”: una sfida raccogliere con tenerezza il racconto dei racconti, il Vangelo, e riflettere su ciò che è divino, sulla bellezza, sulla fragilità degli uomini e sulla meraviglia. E così ho fatto: ho messo al centro di questo vangelo la bellezza fratturata degli ultimi, dei diseredati, scoprendo in quei luoghi di dolorose vite il senso profondo della bellezza e forse il senso di una ricerca spirituale in cui il divino è semplicemente nascosto dentro di noi: non cercare quello che hai già nelle tue mani. Ora seguitemi, perché io non conosco la strada: ecco cosa dice il mio Gesù, fragile tra i fragili”.
Antonio Catalano

“Oggi abbiamo bisogno di un altro Gesù, di quel Maestro che precede la Chiesa e il Cristianesimo. Dobbiamo riscoprire un messaggio evangelico pieno di poesia, di fantasia, di giustizia e anche di durezza. E quel messaggio deve esserci proposto con la freschezza e la libertà che Catalano manifesta in questa sorta di Vangelo apocrifo”
Don Luigi Berzano, sociologo e accademico

“Antonio Catalano: attore, pittore, scultore, artigiano, musicista, sa fare il pane e lavori di idraulica, ma non sa pescare le vongole, forse per questo è più di tutto un POETA, un poeta che ha un cuore che sta con il cuore del mondo; ci porta il suo Vangelo. Parole semplici per colorare i sentimenti umani, per ironizzare, meravigliare e piangere. Una narrazione che provoca un’alternanza di stati d’animo, o forse ancor più, stimola lo spettatore a vivere emozioni diverse a seconda del proprio stato d’animo. Il Vangelo, il racconto dei racconti, per dipingere la vita: i fili d’erba, le fragole, le albicocche, ma anche l’amore ed il perdono, alla ricerca di un’anima anche lei zoppa, o grassa, storpia, che sappia stare con l’uomo, con la natura, con gli universi…sensibili".
Damiano Scarpa, Alcantara Teatro

“Supponiamo che una sera ti trovi ad ascoltare una storia già sentita: è la prima volta che quella storia ti fa ridere, c’è un’ironia insolita che spezza le catene. Ecco, supponiamo che una sera ascoltando la storia già sentita che ora ti fa ridere alla guida del raglio di un asino patentato, tu ritrovi la chiave della porta della tua anima. Non vorresti sederti ad ascoltare?”
Tania De Poi


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